• Kellermann Editore
29-06-2021

Un'intervista di Vittorio Pierobon a Giannandrea Mencini pubblicata su "Il Gazzettino" martedì 29 giugno 2021.

Mafia dei pascoli scadalo europeo

Un libro dell'ambientalista veneziano Giannandrea Mencini fa luce sulle truffe miliardarie ai fondi Ue per l'agricoltura

IL LIBRO
La fetta di torta è molto grande: ogni anno l’Europa distribuisce 60 miliardi di euro a sostegno dell’agricoltura nei Paesi dell’Unione. La politica agricola è la prima voce del bilancio Ue. Un fiume di denaro che si dipana per mille canali e si disperde. Un controllo difficile. Un tesoro che scatena gli appetiti e l’ingordigia. Giannandrea Mencini, ambientalista veneziano, che si divide tra la passione per la laguna e quella per le montagne, ha il “vizio” di porsi domande. I suoi amici montanari e malgari gli hanno parlato spésso di speculazione dei pascoli, d'uso improprio o fittizio di terreni destinati all’alpeggio. In sostanza di trucchi per intascare soldi, sfruttando la montagna e danneggiando gli operatori onesti. Autentiche truffe. “Pascoli di carta. Le mani sulla montagna”, il libro inchiesta di Mencini edito da Kellermann, è una coraggiosa denuncia di un fenomeno dalle proporzioni inimmaginabili e finito, tanto per cambiare, sotto il controllo della mafia.

DON CIOTTI
«Ciò che emerge chiaramente dall'analisi puntuale e approfondita di Mencini - scrive nella prefazione don Luigi Ciotti - è un sistema consolidato e capillare di frodi legate al mondo dei pascoli montani, che interessa l’intero territorio mazionale. Dove non c’è il coinvolgimento della criminalità mafiosa in senso stretto, si ravvisa comunque una diffusa mafiosità dei comportamenti, ossia la tendenza a mettere il profitto davanti a qualsiasi legge, di natura formale o morale, senza riguardo per chi prova a lavorare in modo trasparente, né verso l’integrità del territorio, che pure in questo ambito dovrebbe costituire un valore essenziale».

Il margine di “guadagno” per la mafia dei pascoli è enorme. Secondo Giuseppe Antoci, il presidente del Parco dei Nebrodi, che aveva tentato di opporsi ai traffici illeciti sui terreni siciliani «su mille ettari di terreno un contratto d'affitto veniva pagato 36.400 euro l’anno e si riuscivano a incassare su quei mille ettari anche 700-800mila euro l’anno o addirittura un milione e trecentomila euro, a seconda della truffa che riuscivano a mettere in atto»,

MECCANISMI COMPLESSI
I meccanismi delle truffe sono complessi, ma vengono facilitati dagli scarsi controlli. I soldi vengono erogati dall'Europa, che non si cura di verificare adeguatamente come sono spesi.Il fenomeno dell’uso distorto degli aiuti all'agricoltura non è solo italiano. Molte inchieste hanno riguardato Paesi dell’Est europeo. «Spesso questi aiuti vanno a finire a persone legate al potere statale» denuncia il New York Times in un’inchiesta sull’uso dei fondi europei. Il grimaldello per scardinare i forzieri europei si chiama Pac, Politica agricola comune, una forma di aiuto ai produttori. Inizialmente i contributi erano erogati in rapporto alla superficie coltivata e al numero dei capi allevati. Dal 2003 il contributo è legato al possesso della terra non del prodotto. Questo ha scatenato una corsa all’accaparramento di terreni, senza poi utilizzarli. Appunto pascoli che esistono sulla carta, ma che non vedono neppure un bovino o una pecora. Oppure ancora peggio, dove gli animali vengono portati per eludere i controlli e poi abbandonati al loro destino.

Mencini nel suo pellegrinaggio tra i pascoli italiani ha raccolto numerose testimonianze e denunce che dimostrano quanto il fenomeno sia diffuso in tutta la penisola. Non ci sono zone esenti. Anche nel Nordest le speculazioni sui terreni agricoli e da pastorizia non mancano. Non siamo a livello di infiltrazioni mafiose, come nel caso dei Nebrodi, ma Mencini ha raccolto testimonianze di numerosi casi di mala gestione del territorio. Di finte acquisizioni di terreni, al solo scopo di intascare i sussidi, oppure di aumentare la superficie per poter spandere i liquami di allevamento. Una direttiva europea infatti prevede un rapporto tra smaltimento di nitrati e terreno di pascolo. Basta fare la media, tot capi e tot ettari. Il trucco è semplice: acquisire terreni solo sulla carta e lasciare gli animali concentrati in spazi ridotti. Quello che conta è la media, poco importa che i liquami siano scaricati tutti nello stesso campo.

ROVESCIO DELLA MEDAGLIA
Un mondo complicato, per chi non è del settore. Mencini scopre il rovescio della medaglia: dietro la poesia del lavoro di malga c'è anche il rischio della truffa. E le vittime sono quasi sempre i piccoli malgari, quelli che tengono viva la montagna, costretti a difendersi dal ritorno del lupo e dagli appetiti dei lupi a due zampe.